GN Gioielli - Pendente Quadrato Retrò Ag 925
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Pendente Quadrato Retrò Ag 925
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Pendente Quadrato Retrò Ag 925
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Pendente Quadrato Retrò Ag 925

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Pendente Quadrato in stile Retrò con medaglia rosè in argento 925

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IL LIBRO DEI PROVERBI

"La storia della tradizione dei proverbi nella lingua italiana scritta inizia attingendo ad un fondo comune: quello greco, latino, poi cristiano, medievale e rinascimentale. Ecco perchè molti di essi hanno una diffusione universale e si presentano spesso in forme straordinariamente simili presso i popoli più diversi.

Essi rappresentano un patrimonio culturale da difendere e preservare perché ci lasciano traccia di epoche passate e ci indicano quale cammino hanno percorso i nostri antenati."

(1). A lavà la cocce all’asin ‘c sà‘rmette tempe e sapone.

A lavare la testa all’asino ci si rimette tempo e sapone.

Non c’è modo di far cambiare idea ai cocciuti.

(2). A ògne ttèrre c’è na usanze; a ògne mmijjicule c’è na pànze.

Per ogni paese c’è un’usanza; per ogni ombelico una pancia.

Paese che vai, usanza che trovi.

(3). Avoje a ciufulià se ll’asine nin vvò’ ‘bbeve!

Hai voglia di fischiare se l’asino non vuole bere.

È inutile tentare di convicere gli
stolti.

(4). Chi tànde ne fa, une n’aspètte.

Chi tante ne fa, una l’aspetti.

Chi fa tante cattive azioni, se ne aspetti qualcuna ai suoi danni.

(5). Chi nasc’ tonn né more quadre.

Chi nasce tondo non muore quadro.

Le persone non cambiano.

(6). Fa bbèn, e scùordetene; fa mal’ e ppjìenzece.

Fai del bene e scordatelo; fai del male e pensaci.

Quando si compie del bene non bisogna aspettarsi riconoscimenti, ma prima di fare del male bisognerebbe riflettere sulla sofferenza che si potrebbe causare.

(7). Fa cciò che predd’ dic’, no cciò
che predd’ fa.

Fai ciò che il prete dice, non ciò che il prete fa.

Chi predica bene, razzola male.

(8). Gatt furios fa li fij cicat.

La gatta frettolosa fa i figli cechi.

Quando ci si propone di fare qualcosa, bisogna farla con calma altrimenti si rischia di riuscire male.

(9). Jìener’ e nnepute, quànda cchiù
ffjìe tutt’ è pperdute.

Generi e nipoti, quanto più fai è
tutto perso.

I parenti prossimi sono irriconoscenti

e il bene che si fa loro non viene apprezzato.

(10). La hatt de la dispens, quell ca fa sa penz!

Il gatto della dispensa, quello che fa pensa.

Chi conosce solo le proprie abitudini crede che esse siano le
abitudini di tutti.

(11). L’ ùuomene nen ze mesur’ a ccànne.

Gli uomini non si misurano in altezza.

Il valore di un uomo non si evince dalla sua fisicità.

(12). La pruvedènze chiude ‘na finéstre e aàpre nu bbalecòne.

La provvidenza chiude una finestra per aprire un balcone.

Se un’opportunità sfugge, se ne presenterà una migliore.

(13). La reggìn’ avì bbesògne de la vecìne.

Anche la regina ha bisogno della vicina.

È bene mantenere buoni rapporti con i vicini, di cui si può
sempre aver bisogno.

(14). Li scarpe jè com li parind: cchiù è stritt, cchiù fa
dol.

Le scarpe sono come i parenti, più strette sono, più fanno
male.

Con i parenti più vicini sono più frequenti liti e
discussioni.

(15). Lu sàzije nen grèd a lu dijùne.

Il sazio non crede al digiuno.

Chi non ha problemi non riesce a comprendere chi vive una
situazione difficile.

(16). Lu sparagne nen fa huadàgne.

Il risparmio non fa guadagno.

Spesso il desiderio di risparmio fa concludere cattivi affari.

(17). Mantè quann tè che quann vò mantené nun te chè.

Conserva quando possiedi, perché quando non hai nulla non puoi
conservare.

Bisogna approfittare dei periodi fecondi.

(18). Màzz’ e ppanélle, fa lu fìjje bbèlle.

Mazze e pane, fanno i figli belli.

Per far crescere bene i figli bisogna usare in egual misura
punizioni e incentivi.

(19). Mbàre l’ àrt, e mmìttel’ a ppàrte.

Impara l’arte e mettila da parte.

Nella vita bisogna far tesoro di tutto perchè in futuro
potrebbe tornare utile.

(20). Ogne llassàt è pperdùte.

Ogni occasione lasciata è persa.

Bisogna cogliere le occasioni quando si presentano, perchè
probabilmente non torneranno più.

(1). Sope ‘u nigure non pigghie chelore.

Sopra il nero non prende nessun colore.

Ad una persona che ha raggiunto il massimo livello,

in senso positivo o negativo, il pettegolezzo non tocca minimamente.

(2). Quanne ‘a pecura manga ‘o vrunghe ‘u furmagge jesse janghe.

Quando la pecora mangia l’erba di pascoli non buoni, il formaggio esce bianco.

Il pascolo cattivo dà cattivo formaggio.

(3). Uocchie ca non vedene core ca non desidera.

Occhi che non vedono cuore che non desidera.

Non si può sentire la mancanza di qualcosa che non si conosce.

(4). L’amcizia s’ mantien si u salviett’ va e vien.

L’amicizia si mantiene se la salvietta va e viene.

Per mantenere viva un’amicizia, bisogna scambiarsi doni con frequenza.

(5). Megghie ‘nu marite ceppone ca ‘n’amande bbarone.

È meglio un marito ceppo che un amante barone.

È preferibile un matrimonio sbagliato ad un’unione extraconiugale fortunata.

(6). Jè megghie sci’ a cucca’ disciune che gauzarse pó diebbete.

È meglio coricarsi digiuno che alzarsi con i debiti.

Meglio condurre una vita sobria e improntata al risparmio piuttosto
che vivere in maniera dissoluta e subire la vergogna di contrarre debiti.

(7). Quann lu ciucc non vol viv ai voglia ri lu fiscà.

Quando l’asino non vuole vivere è inutile fischiarlo.

Quando una persona non vuol capire è inutile insistere.

(8). Attack u ciocc addo vol u patroun.

Lega l’asino dove vuole il padrone.
Obbedisci senza porre domande.

(9). Acque, fuoche e pane non se negane manche a ile cane.

Acqua, fuoco e pane non si negano nemmeno ai cani.

Un aiuto per la sopravvivenza non si nega a nessuno.

(10). A gocce a gocce se ghinghie ‘u varrichie.

A goccia a goccia si riempie il recipiente.

I risultati si raggiungono con piccoli passi.

(11). A parola megghie jè quella che non si dice.

La parola migliore è quella che non si pronuncia.

Il silenzio opportuno è migliore di qualunque parola pronunciata.

(12). S’appaura ca la pettla arrobba a lu cul.

Ha paura che la camicia derubi il sedere.

Alcune persone sono incapaci di riporre fiducia nel prossimo.

(13). I pariend so’ cum lu stuwal: cchiù so stritt’ e cchiù t’ fann mal.

I parenti sono come lo stivale: più sono stretti e più ti fanno male.

Con i parenti più vicini sono più frequenti liti e discussioni.

(14). Mazz e panèll fann i figlij bell.

I bastoni e il pane fanno buoni figli.

Per far crescere bene i figli bisogna usare
in egual misura punizioni e incentivi.

(15). U sazie non crede ‘u disciune.

Il sazio non crede il digiuno.

Chi non ha problemi non riesce a comprendere
chi vive una situazione difficile.

(16). Zinzele se lavene ‘nda cheasa.

Gli strofinacci sporchi si lavano in casa.

I problemi vanno affrontati privatamente.

(17). Fa male e penza, fa ‘bbene e scorda.

Fai del male e pensaci, fai del bene e dimentica.

Quando si compie del bene non bisogna aspettarsi riconoscimenti,
ma prima di fare del male bisognerebbe riflettere sulla sofferenza
che si potrebbe causare.

(18). Dimm a chi si figl e t sacci addì a chi ass’migl’.

Dimmi a chi sei figlio e ti saprò dire a chi somigli.

Nel bene e nel male, i figli hanno sempre qualcosa dei genitori.

(1). A jumi cittu un ji a piscà.

Non andare a pescare al fiume silenzioso.

Non c’è da fidarsi delle persone silenziose.

(2). A meglia parola è chilla ca ‘un se dice.

La parola migliore è quella che non si dice.

Il silenzio opportuno è migliore di qualunque parola pronunciata.

(3). Amicu de ‘u bon tiempu, se muta cu ru vientu.

Amico del tempo felice, cambia secondo il vento.

Chi si dimostra amico in tempo di benessere non è costante.

(4). Acqua passata ‘un macina mulinu.

L’acqua passata non fa macinare il mulino.

Ciò che è stato non serve più.

(5). Belli e brutti, a morte s’i ‘ngliutta.

Belli e brutti, la morte li inghiotte.

La morte non fa differenze.

(6). Cannu i sonaturi, ma ‘a musica è sempre ‘a stessa.

Cambiano i suonatori, ma la musica è sempre la stessa.

Cambiano i protagonisti ma la situazione resta la stessa.

(7). Chine campa sperannu, affrittu more.

Chi di speranza vive, disperato muore.

Chi vive aspettando potrebbe aspettare inutilmente.

(8). Chine ha salute ha dinari.

Chi ha salute, è ricco.

La salute è più preziosa delle ricchezze materiali.

(9). Chi te vo bene te fa ciangere, chi te vo male te fa ridere.

Chi ti vuol bene ti fa piangere, chi ti vuol male ti fa ridere.

Un amico vero dice la verità anche se procura sofferenza; chi ama compiacere senza sincerità non fa il bene dell’altra persona.

(10). Chi se leva ru matinu abbusca nu carinu.

Chi si alza presto, guadagna un carlino.

È bene sfruttare le ore del mattino, perchè daranno buoni risultati sul versante produttivo.

(11). Cu vaci cu zoppu, zoppia.

Chi va con lo zoppo impara a zoppicare.

Si prendono le abitudini di colui che si frequenta.

(12). Diu chiude ‘na porta e rapere na finestra.

Dio chiude una porta e apre una finestra.

Se un’opportunità sfugge, se ne presenterà un’altra.

(13). Duve c’è gustu, ‘un c’è perdenza.

Dove c’è gusto, non c’è perdita.

Ciò che rispecchia il proprio gusto è sempre valido.

(14). Fa beni e scordati, fa mali e ricordati.

Fai bene e dimentica, fai male e ricordati.

Quando si compie del bene non bisogna aspettarsi riconoscimenti, ma quando si compie il male bisogna ricordarsi delle sofferenze causate.

(15). I megliu parianti su’ ri dianti.

I migliori parenti sono i denti.

Non affidarti ai parenti ma alle tue forze.

(16). I sordi puatu fare l’ùamu riccu, no signore.

I soldi possono far l’uomo ricco, non signore.

Il denaro dà la ricchezza materiale ma non la nobiltà d’animo.

(17). La gatta presciarola faci li gattareddhi morti.

La gatta frettolosa fa i gattini morti.

Quando ci si propone di fare qualcosa, bisogna farla con calma altrimenti si rischia di fallire.

(18). Lu lupu cambia lu pilu ma no lu vizziu.

Il lupo cambia il pelo ma non il vizio.

Le persone si mascherano ma non cambiano.

(19). Male ‘un fare, paura ‘un avire.

Male non fare, paura non avere.

Se non hai fatto male a nessuno non devi temere perchè nessuno avrà motivo di far del male a te.

(20). Mazzi e panelli fannu i fighhiòli belli.

Botte e carezze fanno i figli belli.

Per far crescere bene i figli bisogna usare in egual misura punizioni e incentivi.

(21).  Nessunu fa nente ppe’ nente.

Nessuno fa niente per niente.

Nessuno è davvero del tutto disinteressato.

(22).  Quandu stuti a lumera, simu tutti e’ na manera!

Quando si spegne la luce, siamo tutti uguali!

Nelle condizioni difficili siamo tutti uguali.

(23).  Si l’acqua ‘un s’arrimina, fete.

Se l’acqua non viene smossa, puzza.

Meglio agire che aspettare.

(24).  Tussa e ammuri non s’ammuccianu.

La tosse e l’amore non si possono nascondere.

Non si può tossire e negare di aver tossito; non si può amare e negarlo.

(25).  Vai ‘chi megghiu toi e facci i spisi.

Frequenta gente migliore di te e impara da loro.

Cerca di trarre crescita e profitto dalla compagnia
di persone migliori di te.

(1).  Dicette ‘o pappice ‘nfaccia ‘a noce: Dàmme ‘o tiempo ca te spertoso.

Disse il tarlo alla noce: dammi tempo e ti buco.

Con la perseveranza e la pazienza si possono ottenere anche i risultati più difficili.

(2).  ‘O peggio surdo è chillo ca nun vo’ sèntere.

Il peggior sordo è quello che non vuole sentire.

È inutile dispensare consigli o impartire ordini a chi vuol fare di testa propria.

(3).  Mazz’ e panella fann ‘e figl’ bell.

Bastone e pagnotta rendono i figli belli.

Per far crescere bene i figli bisogna usare allo stesso modo punizioni e incentivi.

(4).  Nisciuno è nato ‘mparato.

Nessuno nasce istruito.

Qualsiasi risultato può essere ottenuto con lo studio o con la pratica.

(5).  Chi nasce tunno, nun more quadro.

Chi nasce tondo non muore quadrato.

Le caratteristiche principali di una persona non cambiano nel corso della vita.

(6).  Se dice ‘o peccato, ma no ‘o peccatore.

Si dice il peccato, ma non il peccatore.

È lecito parlare di una colpa o di un errore, ma non fare il nome di chi ne è responsabile.

(7).  Chi te vo’ bene cchiu de mamma, te ‘nganna.

Chi ti vuole bene più della mamma, ti inganna

Bisogna diffidare da chi dispensa troppo affetto senza motivo.

(8).  ‘A meglia parola è chella ca nun se dice.

La miglior parola è quella che non si dice.

Molte volte restare in silenzio è la migliore cosa che si possa fare, per evitare di sbagliare.

(9).  Nisciuno te dice lavate ‘a faccia ca pare cchiu’ bello ‘e me.

Nessuno ti dice lavati la faccia che sembri più bello di me.

Nessuno dispensa consigli disinteressati, soprattutto a proprio discapito.


(10).  Chello ca nun se fà nun se sape.

Quello che non si fa non si sa.

Solo le cose che non si fanno non si conoscono, tutte le altre prima o poi verranno sempre fuori.

(11).  Chi tene mamma nun chiagne.

Chi ha la mamma, non piange.

Chi può contare sull’affetto della propria madre non ha motivo di scoraggiarsi.

(12).  Acqua ca nun cammina fa pantane e fete!

L’acqua stagnante, fa pantano e puzza.

Le cose debbono evolversi, altrimenti rischiano di impantanarsi.

(13).  Facesse ‘na culata e ascesse ‘o sole.

Ogni volta che inizio a fare il bucato, il sole scompare.

A volte siamo perseguitati dalla sfortuna.

(14).  ‘O purpo se coce dint’all’acqua soja.

Il polpo si cuoce nella sua stessa acqua.

Le persone più testarde impareranno solamente dai propri errori e a proprie spese.

(15).  Se chiude ‘na porta e s’arape ‘nu purtone.

Se si chiude una porta, si apre un portone.

Ci sarà sempre una nuova opportunità nella vita, spesso migliore della precedente.

(16).  ‘O sazio nun crede a ‘o diuno.

Il sazio non crede al digiuno.

Se non ci si trova a vivere determinate situazioni è difficile immedesimarsi e, quindi, credervi.

(17).  ‘A gatta, pe gghì ‘e pressa, facette ‘e figlie cecate.

La gatta, per andar di fretta, partorì figli ciechi.

La fretta è una cattiva consigliera e porta a cattivi risultati.

(18).  L’uocchie so’ peggio de’ scuppettate.

Gli occhi sono peggio delle schioppettate.

L’invidia è un cattivo sentimento e porta negatività.

(19). L’uocchie d’o padrone ‘ngrassa ‘o cavallo.

Gli occhi del padrone fanno ingrassare il cavallo.

Gli affari (o i beni) sono gestiti meglio dal proprietario che li segue di persona, piuttosto che da altri.

(20). Senza denare nun se cantano messe.

Senza soldi non si cantano messe.

Senza denaro non è possibile fare nulla, nemmeno un’offerta per una messa.

(21). Chi s’assumiglia se piglia.

Chi si somiglia si attrae.

Le persone che hanno caratteri simili hanno molta empatia e tendono a legarsi l’un l’altro.

(22). Fa bene e scuòrdate; fa male e piènzace.

Fai bene e scordalo; fai male e pensaci.

Bisogna dimenticare di quando si fa del bene, perché deve essere un’azione disinteressata. Al contrario bisognerebbe ripensare a quando si è agito in modo non corretto.

(23). E pariente so’ comme ‘e scarpe: cchiù so strette ‘e cchiù fanno male.

I parenti sono come le scarpe, più sono strette e più ti fanno male.

Spesso si può restare delusi proprio dalle persone che dovrebbero amarci incondizionatamente, quali un parente stretto.

(24). Imparate l’arte e miettela ‘a part!

Impara l’arte e mettila da parte.

Bisogna imparare e preservare un mestiere o una professione, perché sono fondamentali nella vita.

(25). Meglio sule ca male accumpagnate.

Meglio soli che male accompagnati.

Meglio stare da soli che circondarsi di persone sbagliate.

(26). Meglio nu’ nemico ca ‘nu falso amico.

Meglio un nemico che un amico falso.

Bisognerebbe fuggire dalle false amicizie.

(27). Voce ‘e popolo, voce ‘e Dio.

Voce di popolo, voce di Dio.

Quando una voce è unanime questa corrisponde a verità.

(28). Vatte ‘o fierro quanno è ccavero.

Batti il ferro, quando è caldo.

È necessario cogliere l’attimo, finché è possibile.

(29). ‘O sparagno nun è maje guadagno.

Il risparmio non è mai guadagno.

Non sempre risparmiando si guadagna.

(30). ‘A vera ricchezza d’a casa songo ‘e figlie.

La vera ricchezza della casa sono i figli.

I figli sono il dono più bello di una famiglia.

(31). Fattell’ cu chi è meglio ‘e te e fance ‘e spese.

Frequenta chi è migliore di te e sii disposto a pagargli le spese.

È sempre la migliore scelta quella di frequentare persone che possono arricchirci in tutti i sensi e bisognerebbe farlo a qualunque costo.

(32). Facce senza culore, o favezo o traditore.

Viso senza colore: o falso o traditore.

Diffidare dalle persone prive di emozioni spesso si rivela la scelta giusta.

(1).  Al don in prinzipi a gli è tot mél, e dopo tot fél.

Le donne all’inizio sono tutto miele e dopo tutto fiele.
Spesso le donne all’inizio di una storia d’amore sono dolci
e affettuose poi, col tempo, cambiano in peggio.

(2).  La brasúla ‘d chijtar la pê sempar pió granda.
La braciola degli altri pare sempre più grande.
Molte volte l’invidia per le cose altrui non ci rende
un quadro veritiero della realtà.

(3).  U j è ch’magna par campê e chi ch’magna par s-ciupê.
C’è chi mangia per campare e chi mangia per scoppiare.
Nella vita, spesso, non ci sono mezze misure,

c’è chi stenta a vivere e chi sperpera.

(4).  Tre rob agli è bëli da znèn: e’ sumàr, e’ majêl e e’ cuntadèn.

Tre cose sono belle quando sono piccine: l’asino, il maiale e il contadino.
Il tempo passa e fa cambiare tutto.

(5).  Chi ch’cardess a tot quel che po’ insugnê, mat e’ po’ dvintê.
Chi credesse a tutto quello che può sognare, matto può diventare.
La realtà è molto diversa dai sogni, che non sempre si avverano.

(6).  L’è mej lugrê dal schêrp che di linzùl.
Meglio logorare scarpe che lenzuola.
Bisogna essere sempre attivi nella vita.

(7).  Bon temp, salut e quatrén i n’stofa mai.

Buon tempo, salute e quattrini, non stufano mai.
Delle cose belle della vita non ci si stanca mai.

(8).  È pass par quant l’è longh la gamba, e’ bcôn par quant l’è lêrga la boca.
Il passo per quanto è lunga la gamba, il boccone per quanto è larga la bocca.
Bisogna sempre tener conto delle proprie possibilità, senza voler strafare.

(9).  S’a m’met’a fé e’ capler la zenta la nëss senza la tësta.
Se mi metto a fare i cappelli, la gente nasce senza la testa.
Spesso nella vita si è talmente sfortunati che non si riesce
in nessuna impresa.

(10).  S’u n’ sbagliess neca i sapient, u n’i sareb piò post par ij ignurent.

Se non sbagliassero anche i sapienti non ci sarebbe più posto per gli ignoranti.
Anche le persone più sagge a volte possono sbagliare.

(11).  Un’basta avé la rasònm, bsogna ch’i t’la dëga.
Non basta avere ragione: bisogna che te la diano.
Non basta essere convinti di stare nel giusto;

c’è bisogno del riconoscimento altrui.

(12).  È mond l’è fat in tond e chi ch’a n’ sa navighê e’ va a fond.

Il mondo è fatto rotondo e chi non sa navigare va a fondo.

Il mondo è fatto in un certo modo e bisogna saper vivere secondo le sue regole.

(13).  S’t vù vivar in aligrì guêrdat’d davanti e no di drì.
Se vuoi vivere con serenità guarda avanti e non dietro.
Lasciarsi alle spalle il passato per guardare al futuro
con serenità è sempre la scelta migliore.

(14).  I bajoc i’ fa andè l’acqua d’in sô.

I soldi fanno persino andare l’acqua verso l’alto.
Col denaro è possibile fare molto, quasi tutto.

(15).  E Signor dla muntagna u’ li fa e pu u’ li acumpagna.
Dio li fa poi li accoppia.

Le persone che hanno caratteri simili hanno molta empatia
e tendono a legarsi l’un l’altro.

(16).  L’inguela la j’a da navighè, da viva e da morta!
L’anguilla deve nuotare, da viva e da morta!
Bisogna sempre trovare la forza per lottare.

(17).  In c’à ghè vita a campare agh’sarà sempre da imparare.

Fin che c’è vita da vivere da campare ci sarà sempre da imparare.
Gli esami non finiscono mai e c’è sempre da imparare

durante tutto il corso della vita.

(18).  L’amàur e tas prest s’acgnòs.

L’amore e la tosse presto si riconoscono.

Ci sono cose nella vita che si riconoscono subito,
alle prime avvisaglie.

(1).  A baste miezore par imparà a fà i siors.

Basta mezz’ora per imparare a fare i signori.

Abituarsi agli agi è una cosa molto semplice da imparare.

(2).  L’àur al lus àncje tal pantan.
L’oro luccica anche nel pantano.
La ricchezza si fa sempre notare.

(3).  La robe dal Cumun ‘e je di duc’ e di nissun.

La roba del Comune è di tutti e di nessuno.

Quello che è della comunità è di tutti e di nessuno,
quindi spesso è poco rispettata.

(4).  Al è mior fa invidie che no pietàt.

È meglio fare invidia che pietà.

Meglio avere fortuna ed essere invidiati
che vivere in miseria e ispirare pietà.

(5).  Co starnudin i mus al ven bon timp.

Quando starnutano gli asini viene bel tempo.

A volte le belle cose arrivano inaspettatamente.

(6).  Ogni mat al par savi quant ch’al tas.

Ogni matto sembra savio quando tace.

Il silenzio è meglio di parole dette male o fuori luogo.

(7).  Il gjat al è un leon pe surìs.

Il gatto è un leone per il topo.

Ognuno ha qualcuno più potente di sé da temere.

(8).  Tal paìs dai zuèts, duc’ a’ crodin di cjaminà drete.
Nel paese degli zoppi, tutti credono di camminare diritti.
Spesso si vive nell’errore senza neanche saperlo.

(9).  Brut di pìzzul, biel di grant.

Brutto da piccolo, bello da grande.

Molto spesso, nel corso della vita di un uomo,
le cose cambiano in meglio.

(10).  I parinc’ si cognossin a fassis, gnòcis e cassis.

I parenti si conoscono alle nascite, alle nozze e ai funerali.
I parenti si ritrovano solo in determinate occasioni.

(11).  Val plui un amì che cent parinc’.

Vale più un amico di cento parenti.

L’amicizia è spesso un sentimento forte che crea rapporti più stretti
perfino di una parentela. Perché la si sceglie e non la si acquisisce.

(12).  Nol è nissun matrimòni che nol jentri il demoni.
Non c’è nessun matrimonio in cui non entri il demonio.
Tutti i matrimoni, prima o poi, attraversano una crisi.

(13).  Ogni cjan laude la sò code.

Ogni cane loda la sua coda.

Ognuno si vanta dei propri meriti e delle proprie virtù.

(14).  La bolp no fas mai damps là ch’è à la tane.

La volpe non fa mai danni vicino alla propria tana.
I furbi non agiscono mai a proprio discapito.

(15).  La tristèrie si impare cence mèstris.

La cattiveria si impara senza maestri.

Le cose brutte della vita si imparano presto e senza sforzo.

(16).  Cjan vecjo nol bae dibant.

Cane vecchio non abbaia inutilmente.

Le persone sagge bisognerebbe ascoltarle sempre.

(17).  Mignestre riscjaldade no à durade.
La minestra riscaldata non dura a lungo.
Le cose non durano per sempre.

(18).  I bes bisugne saveju spindi.

I soldi bisogna saperli spendere.

Nella vita è necessario avere oculatezza
nello spendere i propri averi.

(19).  L’aiar di matine jè dute midisìne.
L’aria di mattina è tutta medicina.
L’aria mattutina è salubre.

(20).  Fiditi di pos, vuarditi di duc’.

Fidati di pochi, guardati da tutti.

Bisogna circondarsi di poche persone fidate
e stare sempre in guardia da tutti gli altri.

(21). La femine dal mulinàr a ten simpri un biel gjalinar.

La moglie del mugnaio ha sempre un bel pollaio.

Le persone benestanti posseggono il meglio.

(22). Bisugne balà daur sun.

Bisogna ballare seguendo la musica.

Ci sono sempre delle regole che bisogna rispettare.

(23). Cui ch’al fas, al fale.

Chi fa, sbaglia.

Solo chi non lavora e non fa nulla non ha modo di sbagliare.

(24). Vivìnt s’impare a vivi.

Vivendo si impara a vivere.

Si impara solo facendo le cose ed imparando dai propri errori.

(25). L’acqua e el savon xe do boni dotori.

L’acqua e il sapone sono due buoni dottori.

Avere cura di sé stessi è sempre un buon metodo per allontanare malattie.

(26). Acolier a pomi marzi.

Accogliere a mele marce.

A volte le accoglienze non sono come ce le si aspetta.

(27). Gioldi fin che si pò, si à simpri timp di patî.

Godere fin che si può, c’è sempre tempo per patire.

Bisogna sempre godersi il bello della vita.

(28). Tres robis impussibilis:fà sta férs i fruts, fà cori i viei e fà tasé lis feminis.

Tre cose impossibili: far star fermi i bambini, far correre i vecchi
e far tacere le donne.

Ci sono cose nella vita che, anche mettendocisi con impegno,
sono quasi impossibili.

(29). No se pol gaver la bote piena e la moglie imbriaga.

Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.

Non si può avere tutto nella vita, spesso bisogna accettare un compromesso.

(30). Bori sarà che noi no saremo.

Soldi ce ne saranno anche quando noi non ci saremo.

Bisogna godersi le proprie fortune in vita.

(31). Xe più giorni che luganighe.

Ci sono più giorni che salcicce.

Nella vita è buona cosa osservare un minimo di parsimonia.

(32). Tre volte bon tre volte mona.

Tre volte buono, tre volte stupido.

Non imparare dai propri errori porta a sbagliare ripetutamente.

(33). Cior fioi e cagnoi.
Prendere i figli e i cani.
Raccattare ogni cosa.

(34). El xe scampà coi bori de l’oio.

È scappato con i soldi dell’olio.

Si dice di chi ha rubato dei soldi e se l’è filata.

(35). Daghe la zonta de pan de fighi.

Dagli l’aggiunta di pane con i fichi.

Completa un’opera intrapresa con una rifinitura
o un tocco finale è sempre cosa opportuna.

(1).  I romani parlano male, ma pensano bene!

I romani parlano male, ma pensano bene.

Si dice del popolo romano che sia più bravo nelle azioni che nel parlare.

(2).  Fa bene e scordate fa male e penzace.

Fai del bene e dimenticalo; se fai del male pensaci.

Bisogna dimenticare di quando si fa del bene, perché deve essere
un’azione disinteressata. Al contrario bisognerebbe ripensare

a quando si è agito in modo non corretto.

(3).  A chi tocca nun se ‘ngrugna.

A chi tocca non si lamenti.

Se si deve fare qualcosa è inutile lamentarsi.

(4).  Chi c’ha er pane, nun c’ha li denti.

Chi ha il pane, non ha i denti per mangiarlo.

A volte chi ha le possibilità non ha la capacità di goderne appieno.

(5).  Mejo esse odiati che compatiti.

Meglio essere odiati che compatiti.

È meglio suscitare un sentimento di avversione
per aver difeso le proprie idee che suscitare pietà.

(6).  Chi nasce tonno nun po’ mori’ quadro.

Chi nasce tondo non può morire quadrato.

Le caratteristiche principali di una persona non cambiano nel corso della vita.

(7).  L’amore nunn’ è bbello si nunn è litigarello.

L’amore non è bello se qualche volta non si litiga

Nella vita di coppia il confronto, a volte acceso, spesso è utile.

(8).  Le bucje cjanno le gambe corte.

Le bugie hanno le gambe corte.

Le bugie hanno vita breve e vengono subito scoperte.

(9).  Li sordi so come li dolori, chi cellà se li tiene.

I soldi sono come i malanni, chi li ha li tiene per sé.

I propri averi e le proprie disavventure non vengono condivisi con nessuno.

(10). Troppi galli a cantà, nun se fa mai giorno.

Troppi galli a cantare non fanno mai giorno.

Troppe persone a comandare non si mettono mai d’accordo.

(11).  Se stava mejo quanno se stava peggio.

Si stava meglio quando si stava peggio.

Si viveva meglio quando le condizioni di vita erano più difficili.

(12).  Quello che nun strozza ‘ngrassa.

Quello che non fa strozzare fa ingrassare.

Bisogna prendere tutto ciò che c’è, all’unica condizione che non faccia male.

(13).  Non sputà in cèlo che te ricasca ‘n bocca.
Non sputare in cielo che ti ricasca in bocca.
Non dire cose cattive sul conto di chi ti è vicino
perché potrebbero ripercuotersi su di te.

(14).  Morto un papa se ne fa n’altro.
Morto un papa se ne fa un altro.
Nessuno è veramente insostituibile.

(15).  Mejo na gallina oggi che n’ovo domani.

Meglio una gallina oggi, che un uovo domani.

Meglio accontentarsi di una cosa certa oggi che di una incerta domani.

(16).  La gatta frettolosa fece li fii cechi.

La gatta frettolosa fece i gattini ciechi.

La fretta è una cattiva consigliera e porta a cattivi risultati.

(17).  Er sordo che nun sente a prima voce, se vede che er discorso nun je piace.
Il sordo che non sente la prima volta, si vede che il discorso non gli piace.
Spesso si vuol sentire solo le cose che fanno comodo.

(18).  Dentro ‘a bbotte piccola ce sta er vino bono.
All’interno della botte piccola, c’è il vino buono.
Nella vita bisogna anche accontentarsi,

perché spesso la quantità non è sinonimo di qualità.

(19).  Chi va pe’ ‘sti mari, riccoje ‘sti pesci.

Chi va per questi mari raccoglie questi pesci.
Quando si frequentano certi ambienti o persone
i risultati sono sempre negativi.

(20).  All’arbero der fico nun ce pò nasce a persica.

Dall’albero di fico non può nascere una pesca.

Non ci si può aspettare cose che non potrebbero mai avverarsi.

(21). Mejo un giorno da leoni, che cento da pecora.

È meglio un giorno da leoni, che cento da pecora.

Spesso avere dei sussulti di coraggio aiuta la propria autostima,
piuttosto che lasciar sempre correre le cose.

(22). Quanno er diavolo te lecca è ssègno che vvo’ l’anima.

Quando il diavolo ti lusinga, è segno che vuole l’anima.

È sempre opportuno, nella vita, non cedere alle facili lusinghe.

(23). Chi s’assomija se pija.

Chi si somiglia si prende.

Le persone che hanno caratteri simili

hanno molta empatia e tendono a legarsi l’un l’altro.

(24). Panza piena, nun penza a panza vota.

Chi ha la pancia piena, non crede a chi ha la pancia vuota.

Solo chi ha vissuto determinate esperienze può capirle davvero.

(1).  A ciû cattiva a spellâ a l’è a côa.

La coda è la piu dura da spellare.

L’ultima parte di un lavoro è sempre la parte più difficile.

(2).  L’aze dove o cazze unn-a votta o no ghe passa ciû a segônda.
Dove l’asino cade una volta, non passa più.

Si impara sempre dai propri errori.

(3).  Chi tûtto dixe, ninte ghe resta.

Chi dice tutto, niente gli resta

Talvolta dire la verità ci mette a nudo e ci rende vulnerabili.

(4).  L’accattâ o mostra o vênde.

L’acquistare insegna a vendere.

L’esperienza ci insegna come affrontare il futuro.

(5).  L’amô e a tosse no se pêuan asconde.

L’amore e la tosse non si possono nascondere.

Ci sono cose nella vita che si riconoscono subito, alle prime avvisaglie.

(6).  E moggê di mainæ no son ne vidue ne majæ.

Le mogli dei marinai non sono ne vedove ne spose.
Alcuni mestieri e professioni sono difficili da vivere
a causa della forzata lontananza da casa.

(7).  Palanche e baccae devan ese contae.
Denari e bastonate devono essere contati.
Per ottenere buoni risultati nell’educazione
bisogna saper dosare incentivi e rimproveri.

(8).  Chi te fa ciù che a mamma o t’inganna.
Chi ti fa più della mamma t’inganna.

Chi ti loda troppo ti inganna.

(9).  A forsa de tia l’oegia a-o can, s’o no l’addenta ancheu o l’addenta doman.
A forza di tirare l’orecchia al cane, se non morde oggi morderà domani.
Perseverare in una cosa sbagliata prima o poi porterà ad un cattivo risultato.

(10).  A salute sensa dinae a l’è ‘nameza maottia.

La salute senza denari è una mezza malattia.

Anche se si sta bene in salute ma si hanno difficoltà economiche,
non si vive serenamente.

(11). A moe di belinoin a l’è de longo graia.

La madre degli scemi, è sempre gravida.

Bisogna sempre aspettarsi azioni improvvide da parte di individui stolti.

(12). L’ommo e o porco o se peisa quando l’è morto.

L’uomo ed il porco si pesano quando sono morti.

Quanto si è fatto nell’arco di un’intera vita, spesso,
viene riconosciuto solo dopo la morte.

(13). Chi aspeta l’aggiûtto di parenti o ghe n’ha scinn-a che no ghe cazze i denti.

Chi aspetta aiuto dai parenti, aspetta fino a quando gli cascano i denti.

Non sempre all’interno della famiglia regna lo spirito solidale
che dovrebbe essere la più naturale delle cose.

(14). E sêuxoe son comme e radicce, che un pô ciû

e un pô meno, ma amae son tûtte
.

Le suocere sono come le radici: più o meno, son tutte amare.

Nella vita coniugale le suocere possono minare la tranquillità della coppia.

(15). O cròo o dixe ao merlo comme ti è neigro.

Il corvo dice al merlo come sei nero.

Nella vita capita di essere accusati proprio dalle persone
meno indicate a puntare il dito contro qualcuno.

(16). Baso de boca a cheu no tocca.

Bacio di bocca il cuor non tocca.

Un bacio poco appassionato non conquista il cuore.

(17). L’amô do mainâ o dûa unn’ôa perché in tûtti i porti che o va o s’innamôa.

L’amor del marinaio dura un’ora, perché in ogni porto si innamora.

Alcuni mestieri e professioni sono spesso più soggetti a situazioni
di instabilità affettiva.

(18). No l’è o viaggo che conta, ma o porto.

Non è il viaggio che conto, ma il porto.

Il fondamento di un’azione è solo il fine che si vuol raggiungere.

(19). Chi sa fâ, sa comandâ.

Chi sa fare, sa comandare.

L’esperienza e la conoscenza aiutano sempre
a svolgere ruoli di comando.

(20). Sacci navegâ segondo o vento se ti vêu arrivâ in porto a sarvamento.

Impara a navigare secondo il vento se vuoi arrivare in porto a salvamento.

Per riuscire in qualcosa bisogna sempre tenere ben impresse le regole.

(21).  Un pô de ben e un pô de mâ o ten la barca drita.

Un pò di bene e un pò di male fa andare la barca dritta.
La vita riserva momenti belli ed altri difficili,

che insieme rendono la stessa equilibrata.

(22).  Tre côse fan l’ommo fû: baeghe, donna e porto.

Tre cose fanno furbo l’uomo: beghe, donne e porto.

Ci sono situazioni della vita che mettono a dura prova un uomo,
facendo in modo che questi, però, faccia esperienza.

(23).  Sensa dinæ l’orbo no canta.

Senza soldi non canta nemmeno il cieco.

Il denaro è una cosa necessaria a tutti per poter vivere.

(24).  Donne, sciûppette e libbri, no se prestan a nisciûn.
Donne, fucile e libri non si prestano a nessuno.
Alcune cose sono talmente intime e personali

che non possono essere prestate ad altri.

(25).  Ciû tosto che rôba avanse, crepa pansa.
Piuttosto che avanzare cibo, che scoppi la pancia.
Non bisognerebbe mai sperperare il cibo.

(26).  Segnô o manda o pan a chi n’ha di denti.
Il Signore manda il pane a chi non ha denti.
Spesso capita che la fortuna capiti a persone
che non riescono a goderne.

(27).  Lôda o mâ ma stanni a câ.

Loda il mare e resta a casa.

Meglio non intraprendere strade troppo complicate,
quando si sa a cosa si va incontro.

(28).  A cavallo giastemmòu ghe luxe o péi.
A cavallo bestemmiato luccica il pelo.
Spesso le persone oggetto di invidia
conservano le proprie fortune.

(29).  Chi desprexa vêu accattâ.

Chi disprezza vuol comprare.

Chi lascia intendere scarso interesse

molto spesso invece è attirato da ciò che critica.

(30). Di pûgni in çë ne se ghe ne pêu dâ.

Pugni in cielo non se ne può dare.

Inutile prendersela con il destino.

(31). Do fæto séu ognûn pêu fâne quello ch’o vêu.

Del fatto suo ognuno può farne quello che vuole.

Ognuno è artefice del proprio destino e può fare
della propria vita ciò che vuole.

(32). Tîa ciû unn-a fâdetta che duî pâ de bêu.

Tira più una sottana, che due paia di buoi.

Il potere della bellezza di una donna

è molto più forte di quanto si possa immaginare.

(33). No te fiâ de ægue coæ.

Non ti fidare delle acque chete.

Spesso dietro un aspetto mite può celarsi
una persona coraggiosa e impavida.

(34). A cröva raspa raspa e và a durmì in tu duo.

La capra raspa e raspa và a dormire sul duro.

Chi troppo vuole nulla stringe e rischia di peggiorare le cose.

(1).  L’amor, la famm e la toss hin tre coss che se fan cognoss.
L’amore, la fame e la tosse sono tre cose che si fanno conoscere.
Ci sono cose nella vita i cui sintomi si fanno riconoscere subito.

(2).  Chi volta el cuu a Milan le volta al pan.

Chi volta le spalle a Milano, le volta al pane.

Spesso si decide di voltare, volutamente, le spalle ad una situazione positiva.

(3).  Pret e pij hin mai sagoj.

Preti e polli non sono mai sazi.

Esistono persone mai contente di ciò che hanno
e sempre intente ad accumulare di più.

(4).  Omm, asen e porch se pesen dopo mort.

Uomini, asini e porci si pesano dopo morti.

Se l’uomo durante la sua vita ha acquistato qualche merito,
questo viene spesso riconosciuto solo dopo la sua morte.

(5).  Con l’art e con l’ingann se viv mitaa de l’ann,

e con l’ingann e con l’art se viv anch l’oltra part.
Con l’arte e con l’inganno si vive mezzo anno,

e con l’inganno e con l’arte si vive l’altra parte.
Spesso si vive di astuzie.

(6).  Fraa Ciappa el sta in convent, Fraa Dà l’è foeura de cà.
Frate Prendi è in convento, frate Dai è fuori casa.

Si è sempre presenti quando si tratta di prendere per sè
ma quando c’è da dare agli altri si è irreperibili.

(7).  A stà coi can se impieniss de pures.

A stare coi cani, ci si riempie di pulci.

Nel frequentare certi ambienti o persone si finisce
con il dover fronteggiare le stesse difficoltà.

(8).  Di donn ghe’n voeur domà do per ca,

vunna viva e l’altra pitturada sul mur.

Ci vogliono due donne in casa: una viva, l’altra dipinta sul muro.
Tutti invecchiano nel corso della vita.

(9).  El mond l’è mezza de vend e mezz de comprà.

Il mondo è metà da vendere e metà da comprare.

C’è sempre qualcuno disposto a prendere ciò che tu non vuoi.

(10). Ol Signur l’è andà in ciel, ma i rimedi i ha lassaa in tèrra.

Il Signore è andato in cielo, ma i rimedi li ha lasciati in terra.

Il Signore ci ha lasciato tutte le armi per affrontare le difficoltà della vita.

(11). Per scampà on pezz ghe voeur bon zòccor,
bon broccol, bon capél e pocch cervell.

Per vivere a lungo occorrono buoni zoccoli,
buoni broccoli, buon cappello e poco cervello.
Per vivere bene si ha bisogno di tante cose;
spesso anche di un pizzico di imprudenza.

(12). Tre coss impossibel: fa tasè i donn, fa corr i vecc, fa sta fort i bagaj.

Tre sono le cose impossibili: far tacere le donne, far correre i vecchi,
tenere fermi i ragazzi.

Ci sono cose che nella vita sono quasi impossibili,

anche se ci si impegna a volerle fare.

(13). Co la sapa e cui badii se fa andà l’acqua sö i campanii.

Con la zappa e con i badili, si fa andar l’acqua sui campanili.

Quando si hanno strumenti e volontà tutto e possibile.

(14). La verdura l’è ona pitanza che la voeur condiment in gran bondanza.

La verdura è una pietanza che vuole essere condita in abbondanza.

Le situazioni poco attraenti vanno affrontate con vitalità in modo
che ci sembrino più invitanti.

(15). Finna che dura pan e vin, se pò impipassen del destin.

Finché durano pane e vino, si può ridere del destino.

Quando la vita concede il necessario per il sostentamento,
si può affrontare qualunque destino.

(16). Se la gent la purtes i so dispiase’ in piasa, ognun tudares su amo i so.

Non sempre si trova la solidarietà della quale si avrebbe bisogno
in certi momenti, soprattutto dagli sconosciuti.

Se la gente portasse i suoi dispiaceri in piazza, ognuno riprenderebbe i suoi.

(17). La lengua la g’ha no d’oss ma ia fa rump.

La lingua non ha ossa ma le fa rompere.

Il potere delle parole è molto più forte di quanto si possa immaginare.

(18). La gatta pressusa la fa i micétt orb.

La gatta frettolosa fa i micini ciechi.

Le cose vanno sempre fatte con la dovuta calma
ed il tempo giusto onde evitare errori.

(19).  Ogni limun el gh’à la sua part de bùn.
Ogni limone ha la sua parte di buono.

Anche la persona più scostante in fondo

ha qualche aspetto positivo nel suo carattere.

(20).  Chi sùmena spin al vaghi miga a pé biòt (Valtellina/SO).
Chi semina spine non vada a piedi nudi.

Chi semina zizzania deve poi essere pronto

a poterne sopportare le conseguenze.

(21).  La belezza di donn l’è in di oeucc di òmen.

La bellezza delle donne è negli occhi degli uomini.

Il concetto di bellezza femminile è del tutto soggettivo.

(22).  Skèrs de màn, skèrs de vilàn.

Scherzi maneschi, scherzi da villani.

Esistono dei modi di agire che andrebbero sempre evitati.

(23).  Vià ‘l gàt ‘l bàla ‘l ràt.

Quando il gatto non c’è il topo balla.

In assenza di controllo chiunque si sente libero di poter fare quel che vuole.

(24).  “Quand l’amùr al ghè la gamba la tira ‘l pè”.
Quando c’è amore la gamba tira il piede.

In amore non contano le distanze.

(25).  “Ma va’ a scuà ‘l màr!”
“Ma vai a scopare il mare!”:
Va a perdere tempo altrove!

(26).  ‘Ntat che ‘l tò àsen ‘l indàa a scoela, ol me ‘l turnàa ‘ndré a pieni voti.
Mentre il tuo asino andava a scuola, il mio tornava indietro a pieni voti.
Spesso tra due interlocutori l’esperienza è una forte discriminante.

(27).  Busej e giurament, de solit i è parent.

Bugie e giuramenti, di solito sono parenti.

I giuramenti vengono spesso infranti così come le bugie svelate.

(28).  L’amur nöf el va el vègn, l’amur vècc el se mantègn.
L’amore nuovo va e viene, l’amore vecchio si mantiene.
I legami effimeri non hanno solide fondamenta

come quelli stabili e di lunga durata.

(29). Spètta spètta che l’erba la cress.

Aspetta, aspetta che l’erba cresce.

Spesso nella vita si aspetta invano
qualcosa che non accadrà mai.

(30). Ciappà un gamber.

Prendere un granchio.

A volte le cose non sono come realmente sembrano.

(31). Tanto ciapa, tanto maia (Alta Lombardia).

Tanto prende, tanto spende.

Esistono persone che sperperano

tutto il proprio guadagno senza badarci troppo.

(32). Ciappà el cortèll per el mànegh.

Prendere il coltello per il manico.

Agire con convinzione significa
agire nel modo più giusto.

(33). I moron fann minga l’uga.

Non è tutto oro quello che luccica.

Le apparenze ingannano e lasciano delusioni.

(34). Chi trop parla, spess strapàrla.

Chi troppo parla, spesso straparla.

Dosare bene le parole eviterebbe di incorrere in errori.

(35). En mancanza de caài, se fa trotà i àsegn.

In mancanza di cavalli si fanno trottare gli asini.

In casi di emergenza si fa quello che si può,

dunque bisogna utilizzare tutto ciò di cui si dispone.

(1).  A chiacarà nun zze sbùgia un còrnu.

Non si possono risolvere i problemi con le chiacchiere.
Per risolvere un problema occorre passare alle azioni,
non fermarsi alle parole.

(2).  Cento misure e ‘n tajo solo.
Cento misure e un solo taglio.
Bisogna sempre valutare bene

le situazioni ed agire con sicurezza.

(3).  El male non s’agura mango ai cà.

Il male non si augura neanche ai cani.

Non bisognerebbe desiderare il male del prossimo.

(4).  El Signore manna ‘l freddo secondo i panni.

il Signore manda le prove secondo le possibilità di ognuno.
Non esistono ostacoli insormontabili.

(5).  Invidia d’amigu è ‘l pègiu nemìgu.

L’invidia di un amico è il peggior nemico.

Molte volte sentimenti bassi come l’invidia provengono
proprio dalle persone dalle quali ce l’aspetteremmo di meno.

(6).  Lu sparagno nun è mai guadagno.
Il risparmio non è mai guadagno.
Non sempre il risparmio corrisponde
alla conclusione di un buon affare.

(7).  Rësparagna, rësparagna: ‘rriva lu sórrechë e së lu magna.
Risparmia, risparmia: arriva il topo e si mangia tutto.

Bisogna godere delle cose che si è conquistati durante la vita
perché potremmo perderle improvvisamente.

(8).  Chi somenta ventu,’rcoglje tempesta.
Chi semina vento raccoglie tempesta.
Se si agisce male, ci si deve aspettare
un risultato altrettanto negativo.

(9).  Abbi fede e tiecce u gatto.

Abbi fede e tieniti un gatto.

Fidarsi è bene non fidarsi è meglio.

(10). Lu lupu cambia lu pilu ma non lu viziu.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Alcuni uomini non cambiano mai e continuano

a perpetrare i propri errori senza imparare da essi.

(11). L’omo dice che lu tempu passa, lu tempu dice che è l’omo a passà!

L’uomo dice che il tempo passa, il tempo dice che è l’uomo a passare!

La vita è fugace.

(12). Chi va pianu va sanu e va lontano e ‘rmane co le mosche in mano.

Chi va piano va sano e va lontano e rimane con le mosche in mano.

È vero che agire con calma è una virtù, ma talvolta si rischia
di rimanere con in mano il niente.

(13). Chi non fa ‘ngnente, de tempu cennà pe criticà la gljente.

Chi non fa niente, di tempo ce n’ha per criticar la gente.

Il pettegolezzo è un tipico atteggiamento delle persone
che non hanno null’altro di meglio da fare.

(14). La gatta presciosa fa i figli ceghi.

La gatta frettolosa fa i figli ciechi.

Le cose vanno sempre fatte con la dovuta calma
ed il tempo giusto onde evitare errori.

(15). Lu teremoto fa tuttu allamà e riccu e puirittu fa apparà.

Il terremoto fa crollare tutto, mettendo sullo stesso piano ricchi e poveri.

Di fronte alla volontà divina siamo tutti uguali.

(16). Lassa ggi la ‘éla ‘ndu che tira el ventu.

Lascia andare la vela dove tira il vento.

Spesso bisogna lasciarsi andare verso la strada più semplice.

(17). Quanno de abbonnanza ce n’è tanta, l’amicizia de certu non te manca.

Quando di abbondanza ce n’è tanta, l’amicizia di certo non ti manca.

Nei momenti floridi della vita un uomo non è mai solo.

(18). Fà der bene e scordetene e prima de far der male pensece.

Fai del bene e scordati e prima di fare del male pensaci.

Bisogna dimenticare di quando si fa del bene, perché bisogna farlo
in modo disinteressato; al contrario bisognerebbe riflettere bene
quando si sta per agire in modo non corretto.

(1).  Prèta che ròciola n’mmétte carpìa.

Pietra che rotola non mette il muschio.

Le persone che cambiano spesso abitudini di vita
e sono sempre in movimento si sentono più vive.

(2).  Tiemb de vierne e cure de criature: ne può mié sctà sicure!
Tempo d’inverno e culo di neonato non ti danno alcuna sicurezza.
Molte cose nella vita sono assolutamente imprevedibili.

(3).  Disputà dell’ombra de l’ase.
Disputare sulla ombra dell’asino.
Spesso si portano avanti discussioni
senza senso ed importanza.

(4).  Chi spera a re Luotte, sta sembe a pancuotte.
Chi spera nel lotto, sta sempre a pane cotto.
Sperare di poter vivere tentando la fortuna al gioco
è talmente aleatorio che può portare alla povertà.

(5).  Ru cielle ze vede a ru nide.
L’uccello si vede dal nido.

Le nostre radici dicono molto di noi.

(6).  U scarpare va senza scarpe.

Il calzolaio va senza scarpe.

Spesso nella vita possono

capitare delle situazioni grottesche.

(7).  L’uocchie d’u padrone ‘ngrass ‘u cavalle.
L’occhio del padrone ingrassa il cavallo.

Curare personalmente i propri interessi ed affari
rende sempre molto di più che delegare.

(8).  A casa de suneture non ce vuonne serenate.
A casa dei suonatori non ci vogliono serenate.
Ci sono cose che sono fuori luogo o superflue,
sarebbe più opportuno badare di non farle.

(9).  La mala jerva ze vede quanne nasce.

L’ erba cattiva si vede quando nasce.

Il marcio, di solito, si manifesta molto presto.

(10). Aprile fa ru ciore e maggio fa l’unore.

Aprile fa il fiore e maggio fa l’onore.

Bisognerebbe sempre fidarsi dei tempi della natura,
ciclicamente perfetti.

(11). Nu bbone marite fa ‘na bbona mojje.

Un buon marito fa una buona moglie.

L’unione familiare per essere duratura deve basarsi
sul buon comportamento di entrambi i coniugi.

(12). L’avare fa bbene sole quanne more.

L’avaro fa del bene solo quando muore.

Le persone avide non sono mai generose in vita.

(13). Avetezze, mezza bellezze.

Altezza, mezza bellezza.

Alcuni canoni di bellezza della nostra società
sono prestabiliti e unanimamente condivisi.

(14). Chi magne chemmatte c’a morte.

Chi mangia combatte con la morte.

È buona abitudine non compiere
due azioni contemporaneamente.

(15). Chi mora mor, e chi camba cambe.

Chi muore, muore e chi campa, campa.

La vita va avanti, qualsiasi cosa accada.

(16). Ogne picca jjove.

Ogni poco giova.

La parsimonia nelle cose
spesso è una virtù da praticare.

(17). Chi va pu’ monne tutte vede, e chi sta n’a casa nenn’u crede.

Chi va in giro per il mondo tutto vede, e chi sta a casa non lo crede.

È necessario vivere determinate situazioni, per poterci credere.

(18). Chi defetta suspetta.

Chi è in difetto sospetta.

Le persone sospettose spesso lo sono

verso gli altri a causa del loro stesso difetto.

(19). Chi prime ne’ ppenze, a lluuteme sespire.

Chi prima non pensa, alla fine sospira.

Bisogna agire non solo di istinto ma anche con raziocinio.

(1).  A forsa ‘d nuiusé cáich cos a s’ gava sempre.

A forza d’importunare qualcosa si ottiene.

La perseveranza spesso porta a qualche risultato.

(2).  A ese galantom as dventa nen sgnùr.

A essere galantuomo non si diventa ricco.
Non sempre condurre una vita rispettosa
e pacata porta a risultati positivi.

(3).  A gùssa a gùssa a s’ fora la pera.

A goccia a goccia si buca la roccia.
Con il tempo anche le cose più difficili
alla fine si realizzano.

(4).  A fese bin vurei a-i va ben poc.

A farsi benvolere basta poco.

Comportarsi in modo corretto è un modo semplice
per farsi apprezzare dal prossimo.

(5).  A l’è mac le muntagne c’a s’ancuntru nen.
Soltanto le montagne non s’incontrano.

Se c’è la volontà nulla può fermarci.

(6).  A túte le cose a-i-va so temp

Ogni cosa ha bisogno di tempo.

Il tempo, nel corso della vita, è una variabile.
che non si può scavalcare, bisogna rispettarla.

(7).  Apres a la neuit a-i ven ‘l dí.

Dopo la notte ritorna il dì.

Dopo una fase buia c’è sempre un momento migliore,
bisogna solo saper aspettare.

(8).  Cùl c’a l’è stait brusà da l’aqua cauda a l’à paura fina d’ la freida.
Chi si scottò con l’acqua calda teme persino la fredda.

Dopo una cattiva esperienza si diventa più cauti.

(9).  Un batocc a peul nen serve per due cioche.
Un battaglio non può servire a due campane.
Non si possono servire due padroni.

(10). ‘N bùn busiard venta c’a l’abia d’ bùna memoria.

Un buon bugiardo deve avere buona memoria.

Le persone menzognere devono ricordare tutte le proprie bugie
per non essere scoperte.

(11). Basta nen avei rasùn, venta co saveisla fé.

Non basta avere ragione, bisogna anche sapersela fare.

Bisogna avere una logica anche nei momenti di grande difficoltà.

(12). Vurùmse bin e scrivùmse mai.

Vogliamoci bene e non scriviamoci mai.

Gli addii spesso nella vita sono inevitabili.

(13). Buté l’asu a caval.

Mettere l’asino a cavallo.

Spesso le persone meno meritevoli
sono messe in posizioni privilegiate.

(14). L’ bsogn a fa cunose j amis.

Il bisogno fa conoscere gli amici.

Le circostanze meno fortunate della nostra vita
ci spingono a trovare nuove compagnie.

(15). Le busie a sùn cùm j sop, c’a s’ cunosu da luntan.

Le bugie, come gli zoppi, si distinguono da lontano.

Spesso le menzogne sono talmente fragili da vacillare dal principio.

(16). A paghé cum’ a meuire a-i-è sempre temp.

Per pagare come per morire c’è sempre tempo.

Alcune incombenze tendono sempre ad essere procrastinate.

(17). Mentre ‘l can a’s grata la levr a scapa.

Mentre il cane si gratta la lepre scappa.

Bisogna sempre cogliere l’attimo.

(18). Cheur cuntent ‘l ciel l’agiúta.

Cuor contento il ciel l’aiuta.

Chi si pone in maniera positiva verso il futuro

sarà più propenso ad affrontarlo in maniera serena.

(19). Cherpa pansa pitost che roba avansa.

Scoppi anche il ventre ma non si avanzi niente.

I generi alimentari non andrebbero mai buttati, perché sacri.

(20). Chi a fa i cùnt sensa l’ostu a i fa dùe volte.

Chi fa i conti senza l’oste li fa due volte.

Capita di agire senza tenere conto delle difficoltà
che si possono incontrare in un secondo momento.

(21). Cùl c’a l’à pí tort a crija pí fort.

Chi ha più torto grida più forte.

Quando si finiscono le argomentazioni l’unico modo
per cercare di aver ragione è alzare la voce.

(22). Chi c’a l’è ‘n difet, a l’è ‘n suspet.

Chi è in difetto, è in sospetto.

Chi è consapevole di essere capace di fare o di aver fatto
uno sgarbo è sospettoso nei confronti degli altri perché
pensa che siano nell’errore come lui.

(23). Chi vend a credit a fa un bùn afè, ma suvens a perd l’amis e i dnè.

Chi vende a credito fa buoni affari, ma spesso perde l’amico e i denari.

Bisogna sempre essere prudenti nelle proprie azioni,
anche quando appaiono scontate.

(24). Galina veja a fa bùn brod.

Gallina vecchia fa buon brodo.

L’esperienza di una persona la rende saggia
ed infonde sicurezza negli altri.

(25). Gieugh d’ man, gieugh d’ vilan.

Giuoco di mano, giuoco da villano.

I comportamenti violenti dovrebbero essere
prerogativa delle persone grette, non di tutti.

(26). Intant che l’erba crès ‘l caval a meuir.

Mentre l’erba cresce, muore il cavallo.

Il tempo passa inesorabilmente, senza aspettare
i bisogni e le volontà di alcuno.

(27). An mancansa d’i cavai j asu a trotu.

In mancanza di cavalli trottano gli asini.

Nei momenti di difficoltà tutto può essere utile ad una causa.

(28). La mort ciapa tút, bel e brút.

La morte arraffa tutto, il bello e il brutto.

Dinanzi alle volontà divine siamo tutti uguali.

(29). La neuit a porta cunsei.

La notte porta consiglio.

Mai agire frettolosamente; attendere spesso
ci aiuta a scegliere la decisione più saggia.

(30). ‘N poc a prùn fa mal a gnún.

Un po’ per uno fa male a nessuno.

Le risorse distribuite in modo equo
non scontentano nessuno.

(31). A pensé ben a-i-è sempre temp.

A pensar bene c’è sempre tempo.

Nella vita è fondamentale fidarsi di poche persone

ed essere sempre attenti verso i comportamenti degli altri.

(32). Questiùn d’ nen piesla.

La cosa importante è non arrabbiarsi.

Mantenere la calma è sempre una virtù
che bisognerebbe adoperare.

(33). Ramasa neuva ramasa bin la cà.

Scopa nuova scopa bene la casa.

Quando si hanno le possibilità bisogna
sempre sfruttarle al massimo.

(34). Il temp a rangia tút.

Il tempo aggiusta tutto.

Il tempo è l’unico metodo
sicuro per appianare le cose.

(1).  Chi vo mal a sta cas a va morì prima ca trass.

Chi vuole male a questa casa deve morire prima di entrare.
Bisogna sempre rispettare il prossimo.

(2).  Chi nasc pummarol adda murì cunzerv.
Chi nasce pomodoro deve morire conserva.
Nella vita il destino è segnato.

(3).  Coji l’acqua quannu chiove.
Raccogli l’acqua quando piove.
Bisogna fare le cose al tempo giusto.

(4).  A lavà la cap o’ ciucce se perde u timbe e u sapaune.

A lavare la testa al somaro si perde tempo e sapone.

È inutile perdere tempo a cercare di far cambiare idea ad un testardo.

(5).  E castignate su comu e foje: ci le mina se le ccoje.

Le maledizioni sono come le foglie: chi le getta le raccoglie.
Quando ci si aspetta il male di qualcuno spesso si finisce
con il subire lo stesso male che si augura all’altra persona.

(6).  La lacèrte disse: “Tutte u munne iè chiappe”.
La lucertola disse: “Tutto il mondo è capestro”.
La vita è piena di trappole.

(7).  Nesciune nasce ambaràte.

Nessuno nasce istruito.

L’esperienza nella vita può essere acquisita
solo attraverso il tempo, lo studio e la pratica.

(8).  U purpu se coce cu l’acqua soa.

Il polpo si cuoce con l’acqua sua.

Le persone più testarde impareranno solamente
dai propri errori e a proprie spese.

(9).  Nu nc’è pescju surdu te quiddhru ca nu sente.
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Inutile tentare di convincere qualcuno

che non ha intenzione di cambiare le proprie idee.

(10). Quannu la urpe nu ria a lua dice ca e mara.

Quando la volpe non arriva all’uva dice che è amara.

Molto spesso si reagisce ad una sconfitta sostenendo di non aver mai
desiderato la vittoria, o disprezzando il premio che si è mancato di ottenere.

(11). L’ucchije de patrome ‘ngrasse u cavadde.

L’occhio del padrone ingrassa il cavallo.

Avere cura in prima persona dei propri affari, aumenta il proprio profitto.

(12). Ce ricche te uè fà va n-gambbàgne e mmìttete ad arà.

Se ricco ti vuoi fare, và in campagna e mettiti ad arare.

I lavori legati alla terra sono sempre tra i più remunerativi.

(13). Oggne e bbène da la tèrre vène.

Ogni bene dalla terra viene.

La terra è sempre ricca di frutti da raccogliere.

(14). U uàrrue d’auuì cìnghe cose vole: larghe, pète, remmàte, accètte e ssole.

L’albero d’ulivo pretende cinque cose: largo, pietra, letame, ascia e sole.

Tutte le cose andrebbero curate con metodi appropriati e secondo natura.

(15). Quànne l’auuì fiorìsce ad abbrìle le cuègghie a varrìle.

Quando l’ulivo fiorisce in aprile, le olive si raccolgono a barili.

Quando si è atteso qualcosa con pazienza il risultato sarà abbondante.

(16). Affùnne bbuène la zzappe a la vìggne e llìive la malèrve e la gramìggne.

Affonda bene la zappa nella vigna e togli l’erbaccia e la gramigna.

Nella vita bisogna essere molto risoluti per risolvere i problemi
che si devono affrontare.

(17). Famme pòvere ca te fazze ricche.

Fammi povero e ti farò ricco.

Spesso le decisioni drastiche e forti portano a risultati ottimali.

(18). Quànne se zzappe e qquànne se pute fore parìinde e ffore nepùte.

Quando si zappa e quando si pota, fuori i parenti e fuori i nipoti.

Quando si lavora in modo intenso bisogna evitare le distrazioni.

(19). Mat’a cchèdda tèrre ca non vède u patrùne.

Male a quella terra che viene trascurata dal padrone.

Bisognerebbe sempre curare in prima persona quello di cui si dispone.

(20). Quànne vène u chezzàle de fore, dange a manggià ca tanne more.

Il cibo allevia le fatiche dei lavoratori.

Quando il contadino torna a casa, dagli da mangiare tanto da farlo scoppiare.

(21). S’homine bonu faeddat in cara.

L’uomo onesto parla in faccia.

L’onestà si palesa con il riuscire a rivelare
di persona anche le verità più scomode.

(22). Su molenti sardu du frigas una botta scetti.

Il somaro sardo lo freghi una volta sola.

Anche la persona più testarda impara presto dai propri errori.

(1).  A chini ‘ollit troppu a sa fini ‘nci perdit latti e cardaxu.
Chi vuole troppo alla fine perde il latte e il pentolone.

Chi vuole troppo dalla vita alla fine rischia di perdere tutto.

(2).  Amigu fidau, teniddu pretziosu.
Amico fidato, tienilo prezioso.
Bisogna tenersi stretti i veri amici.

(3).  Amore e tùssi non si podiri cuai.

L’ amore e la tosse non si possono nascondere.

Ci sono cose nella vita i cui sintomi si fanno riconoscere subito.

(4).  Chie faghe trinta non semper faghe trintunu.

Chi fa trenta non sempre fa trentuno.

Non sempre chi riesce in una cosa vi riesce una seconda volta.

(5).  Chi semenat ispinas non andet iscurzu.

Chi semina spine non vada scalzo.

Bisogna essere responsabili delle proprie azioni.

(6).  Confida in totus, et fidadi de pagus.

Confida in tutti e fidati di pochi.

Bisognerebbe sempre circondarsi di poche persone
veramente fidate nella propria vita.

(7).  De homine codditortu et de femmina basa mattoni, guardadinde.
Guardati dall’uomo dal collo storto e dalla donna che bacia mattoni.
Ci sono persone che andrebbero evitate nella vita, soprattutto

quelle invidiose e desiderose di ricchezze.

(8).  De s’homini est su errare, de su bugiu su perseverai.
Sbagliare è dell’uomo, perseverare nell’errore è del diavolo.
Sbagliare è qualcosa che può capitare; perseverare nell’errore
non dovrebbe invece capitare mai.

(9).  Domo chena misura, domo chena ventura.
Casa senza misura, casa senza fortuna.

Non bisogna fare passi oltre le proprie possibilità.

(10).  Faghe su bene, e non mires ad chie.

Fai del bene, e non guardare a chi.

L’importante è fare del bene in maniera disinteressata.

(11).  Giustissia chi falta, giustissia de balla.

Giustizia che manca, giustizia di pallottola.

Se la giustizia non arriva spesso ne consegue una vendetta violenta.

(12).  Homine sabiu non chircat fattos anzenos.
L’uomo dabbene non cerca i fatti degli altri.

Le persone perbene non sono solite interessarsi
delle situazioni private degli altri.

(13).  Homini bonu et homini mau, non andanta mai impari.
L’uomo buono e l’uomo cattivo non vanno mai insieme.
Gli uomini si riconoscono dalle proprie amicizie.

(14).  Lezzes meda, populu miseru.

Molte leggi, popolo misero.

A volte troppe regole finiscono con il limitare troppo
lo spazio di movimento all’interno delle situazioni
.

(15).  Mellus unu amigu accanta chi non unu parenti aillargu.

Meglio un amico vicino, che un parente lontano.

L’amicizia è un bene importante, spesso molto più di un legame di parentela.

(16).  Non castis mai cuaddu in beranu e femina in die ‘festa.

non guardare mai il cavallo in primavera e la donna in giorno di festa.
Non bisogna badare alle apparenze ma entrare nel cuore delle cose.

(17).  Prestu et bene, non andanta mai bei.

Presto e bene, non vanno mai insieme.

Le cose vanno fatte con calma e con il dovuto tempo.

(18).  Pilloi ca non pizzuada oidi nai ca aidi giai pizzuau.

Uccello che non mangia significa che ha già mangiato.

Spesso le soluzioni più semplici corrispondono a quelle più ovvie.

(19).  Qui disizat sa morte est unu vile, qui la timet est pejus.

Chi desidera la morte è vile, chi la teme è peggio.

Essere poco coraggiosi nella vita non porta mai a grandi risultati.

(20).  Sa consientia est qu’et i su cori-cori, quie lu timet e quie no.

La coscienza è come il solletico, c’è chi la teme e chi no.

Tutti hanno chiare in sé stessi la propria rettitudine o le proprie colpe.

(21). S’homine bonu faeddat in cara.

L’uomo onesto parla in faccia.

L’onestà si palesa con il riuscire a rivelare
di persona anche le verità più scomode.

(22). Su molenti sardu du frigas una botta scetti.

Il somaro sardo lo freghi una volta sola.

Anche la persona più testarda impara presto dai propri errori.

(1).  Munti cù munti non s`incontrunu mai.

I monti non s’incontrano mai con altri monti.
Solo le cose impossibili non accadono.

(2).  Attacca lu sceccu unni voli u patruni.

Lega l’asino dove vuole il padrone.

In un lavoro bisogna obbedire ai comandi del superiore,
senza chiedersi il perché.

(3).  Cu non fa nenti non sbagghia nenti.

Solo chi non fa niente non commette errori.
Sbagliare è segno che si sta agendo.

(4).  Prima ‘i parari mastica i paroli.
Prima di parlare mastica le parole.
Bisogna sempre saper pesare le parole.

(5).  Fai beni e scordatilu, fai mali e pensaci.

Fai il bene e dimenticalo, fai il male e pensaci.

Bisogna dimenticare di quando si fa del bene, perché deve essere
un’azione disinteressata. Al contrario bisognerebbe ripensare

a quando si è agito in modo non corretto.

(6).  Nuddu si pigghia si non si rassumigghia.
Nessuno si prende se non si rassomiglia.

Le persone che hanno caratteri simili hanno
molta empatia e tendono a legarsi l’un l’altro.

(7).  Quannu la lingua voli parrari, prima a lu cori a dumannari.
Quando la lingua vuole parlare, deve prima chiedere al cuore.
Prima di parlare si dovrebbero sempre ascoltare

le proprie emozioni per evitare di commettere errori.

(8).  Assai vali e pocu costa a malu parrari bona risposta.

Una buona risposta a cattive parole vale molto e costa poco.

Il miglior disprezzo ad una provocazione è la noncuranza verso di essa.

(9).  Megliu oi l’ovu ca dumani a gaddrina.
Meglio oggi l’uovo che domani la gallina.
Meglio godere di una cosa certa oggi

che di qualcosa che accadrà dopo molto tempo.

(10). Cu pratica cu zoppu all’annu zuppia.

Chi pratica lo zoppo impara a zoppicare.

Si finisce con l’assorbire le abitudini e i lati negativi
di un contesto o di una persona se li si frequentano.

(11). Ce cu voli a butti ghina e a mugghieri ‘briaca.

C’è chi vuole la botte piena e la moglie ubriaca.

Bisogna sapersi accontentare nella vita;
non si può avere tutto contemporaneamente.

(12). Cù bedda voli appariri, tanti guai havi a patir.

Chi bella vuole apparire, tante sofferenze deve patire.

Per riuscire nelle cose è necessario avere perseveranza.

(13). Quannu ‘u piru è fattu casca sulu.

Quando la pera é matura cade da sola.

Col passare del tempo le situazioni si risolvono da sole.

(14). ‘U voi ci dici curnutu ‘o sceccu.

Il bue dice cornuto all’asino.

Spesso la vita ci porta ad assistere a situazioni paradossali.

(15). A lavari la testa a lu sceccu si perdi acqua, sapuni e tempu.

Lavare la testa all’ asino fa perdere acqua, sapone e tempo.

È inutile perdere tempo con persone che non hanno
voglia di ascoltare consigli.

(16). Bon tiempu e malu tiempu non dura tuttu u tiempu.

Il buono o il cattivo tempo non può durare per sempre.

Tutto, nella vita, prima o poi cambia. Nulla è per sempre.

(17). Cu nasci tunnu un’ pò moriri quatratu.

Chi nasce tondo non può morire quadrato.

Le caratteristiche principali di una persona
non cambiano nel corso della vita.

(18). La matinata fa la jurnata.

La mattinata fa la giornata.

Chi comincia con entusiasmo sin dall’inizio
agevola di molto i propri compiti.

(19). U immurutu ‘a mezz’a via u so immu ‘n su talia.

Il gobbo, mentre cammina, non guarda la sua gobba.

Molte persone criticano i difetti degli altri,
senza riuscire a vedere i propri.

(20). U surdu un jè cu nun senti ma cu nun voli sentiri.

Il sordo non è chi non sente, ma chi non vuole sentire.

Quando qualcuno è poco predisposto verso qualcosa
non c’è verso di convincerlo.

(21). Lu sazio nun cridi a lu dijunu.

Il sazio non crede al digiuno.

Se non ci si trova a vivere determinate situazioni
è difficile immedesimarsi e, quindi, credervi.

(22). Libbirtati e saluti cui ha, è riccu e nun lu sa.

Chi ha salute e libertà, è ricco e non lo sa.

Spesso nella vita le vere ricchezze non sono neanche
considerate tali da chi le possiede e non se ne accorge.

(23). Dissi ‘ u vermi a nuci: dammi tempu cca’ ti spirtusu.

Disse il verme alla noce: dammi tempo che ti buco.

Con la perseveranza e la pazienza si possono ottenere
anche i risultati più difficili.

(24). ‘U cani muzzica sempre ‘u spardatu.

Il cane morde sempre il povero.

Spesso la cattiva sorte si accanisce contro chi è già poco fortunato.

(1).  “Amor di tarlo rode i crocefissi”.
L’amore di tarlo rode i crocifissi.
L’affetto interessato e la falsa amicizia
si rivolgono a danno di chi li riceve.

(2).  “A porco pigro non cadde mezza pera”.

Al maiale pigro non cadde mezza pera.

Chi aspetta passivamente che gli arrivino le cose,
non le riceverà mai.

(3).  “Una volta corre il cane e una volta la lepre”.
Una volta corre il cane e una volta la lepre.

Le cose distribuite egualmente ed in modo
attento non scontentano nessuno.

(4).  “Quando la bestia starnuta, il tempo muta”.
Quando l’animale starnutisce il tempo cambia.
Le avvisaglie della natura sono spesso veritiere.

(5).  “Primo dell’anno, il passo di un gallo”.

Primo dell’anno, il passo di un gallo

Una giornata, qualsiasi essa sia, nel corso

di un’intera vita è solo un piccolo passo e nulla più.

(6).  “Esser peggio del giovedì”.

Essere peggio del giovedì.

Il giovedì è nel mezzo della settimana; il proverbio è usato per indicare

chi sta sempre tra i piedi, è pedante, oppure chi è impegnato in mille affari.

(7).  “Di settembre, la notte e il dì contende”.

In settembre notte e giorno sono quasi uguali.

I tempi della natura sono ciclici e sempre uguali,
sono un meccanismo perfetto.

(8).  “Ogni mese si fa la luna, ogni giorno se ne impara una”.
Ogni mese cambia la luna, ogni giorno si impara qualcosa.

Le necessità spingono a rompere gli indugi e a fare cose nuove.

(9).  “Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame”.
Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame.

Il potere della natura non può essere condizionato
dalla volontà dell’uomo.

(10). “Aria a fette, lampi a saette”.

L’aria rarefatta porta tempesta.

Il potere della natura non può essere
condizionato dalla volontà dell’uomo.

(11). “Tanto tuonò che piovve”.

Dopo molti tuoni venne finalmente la pioggia.

Una attesa eccessiva o una serie di promesse ripetute
alla fine giungono sempre al termine.

(12). “Non vendere il sole per la luna”.

Non vendere il sole facendolo passare per la luna.

Non è corretto ingannare il prossimo.

(13). “Chi non carneggia, non festeggia”.

Chi non mangia carne non festeggia.

Le occasioni particolari andrebbero festeggiate
e vissute al massimo delle proprie possibilità.

(14). “Levarsi la sete col prosciutto”.

Dissetarsi con qualcosa che non disseta.

A volte chi vuol risolvere un problema adotta

delle azioni che hanno invece l’effetto di peggiorarlo.

(15). “Prete spretato e cavolo riscaldato non fu mai buono”.

Il prete scomunicato ed il cavolo riscaldato non sono mai stati buoni.

Non si può tornare su certe decisioni o situazioni se irreversibili.

(16). “A biscottini non si campa”.

Non si vive con biscotti.

Le cose secondarie e accessorie non devono essere
il principale motivo di preoccupazione.

(17). “Costa più la salvia del tordo”.

Costa più l’involucro che il contenuto.

Spesso costa più fatica fare una cosa che disfarla.

(18). “Chi mangia senza bere mura a secco”.

Chi mangia senza bere lavora a secco.

Chi costruirebbe un muro senza calcina sbaglierebbe,
così come sbaglia chi mangia senza bere.

(19). “Fanne meno e condiscila meglio!”

Fare una cosa in minor quantità ma miglior qualità.

Chi vuol fare tante cose insieme non ottiene mai un buon risultato;
meglio fare meno ma meglio.

(20). “Fare come l’ova. Che più che bollono e più che assodano”.

Fare come le uova. Più bollono e più diventano sode.

Le persone testarde non cambiano nonostante le esperienze.


(21). “Essere come il ceppo del battuto, che le busca sempre”.

Il ceppo viene sempre battuto.

Spesso la fortuna non assiste, anzi a volte si accanisce.


(22). “La coscienza è come la trippa, la viene da tutte le parti”.

La coscienza è come la trippa, viene da tutte le parti.

La voce della coscienza si fa sempre sentire, in qualunque modo.


(23). “Tutto il rosso non son ciliegie”.

Non è detto che le cose rosse siano sempre ciliegie.

L’apparenza inganna.


(24). “Uno su due sempre; due su uno mai”.
Una volta su due può sempre capitare; due volte su una

è praticamente impossibile.

Le regole vanno sempre rispettate se si vuole far bene un lavoro.

(25). “È non è terren da porci vigna”.

Non è terreno nel quale conviene coltivare una vigna.

Esistono persone non affidabili, dalle quali è sempre bene tenere le distanze.


(26). “Chi esce fuor del suo mestiere, fa zuppa nel paniere”.

Chi esce fuori da suo mestiere, fa la zuppa nel paniere.

Chi si cimenta in un campo a lui sconosciuto
può solo finire col combinare guai.

(27). “Se t’imbianco, gli è onor mio; se ti strappo ‘un t’ho fatto io”.

Se ti sbianco è merito mio. Se provoco uno strappo non sono stato io.

Esistono persone che sono solite appropriarsi sempre dei meriti
e mai dei propri errori.


(28). “Di pochi fidati, ma di tutti guardati”.

Fidati di pochi ma guardati da tutti.

Meglio tenere un atteggiamento guardingo, anche con gli amici.

(29). “Fino alla bara, sempre se ne impara”.

Fino alla morte si impara sempre.

La vita ha sempre qualcosa da insegnare,
anche a chi è carico di anni e di esperienze.

(30). “L’ultimo vestito ce lo fanno senza tasche”.

L’ultimo vestito glielo fanno senza tasche.

Non serve mettere da parte le ricchezze e i beni materiali
perché quando moriremo non potremo metterci nulla in tasca.

(31). “Senza lilleri ‘un si lallera”.

Senza soldi non si fa festa.

Senza soldi non si ottiene niente.

(32). “I quattrini mandan l’acqua all’insù”.

Il denaro fa cadere l’acqua verso l’alto.

Con il denaro si può fare qualunque cosa,
anche ciò che in apparenza sembra impossibile.

(33). “I soldi son come i dolori, chi ce l’ha se li tiene”.

I soldi son come i dolori, chi ce l’ha se li tiene.

La persona ricca, quasi sempre,

è troppo legata ai propri averi materiali.

(34). “Quel che viene di ruffa raffa se ne va di buffa baffa”.

Quello che viene in modo disonesto se ne va all’improvviso.

Il denaro guadagnato in modo disonesto sparisce così come è venuto.

(35). “Non ti mettere in cammino se la bocca ‘un sa di vino”.

Non ti mettere in viaggio se la bocca non sa di vino.

Mettersi in forza prima di un lungo viaggio
è un buon modo per affrontarlo.

(1).  Omet, siorèt e cavalèt no val en pèt.

L’uomo piccolo, il signorotto ed il cavallo piccolo valgono poco o nulla.
Alcune cose nella vita valgono poco o niente.

(2).  Chi g’ha braga paga, chi g’ha vesta gode la festa.
L’uomo paga, la donna gode la festa.

Alcune persone sono solite vivere sulle spalle degli altri.

(3).  Ca’ senza om, car senza timon.

Casa senza uomo, carro senza timone.

Senza una persona in grado di supervisionare

una situazione questa non potrebbe funzionare correttamente.

(4).  Baso de dòna varda che el te ‘ncoiòna.

È bene non fidarsi del bacio di una donna.
Non sempre i baci delle donne sono sinceri.

(5).  Done, orolòi e cavài no se i garantis mai.

Le donne, gli orologi e i cavalli non si garantiscono mai.

Ci sono delle cose nella vita di un uomo che sono imprevedibili.

(6).  Ale dòne e a le scale no se ghe gira mai le spale.

Alle donne e alle scale è preferibile non voltare mai le spalle.
Esistono situazioni dalle quali è bene guardarsi con attenzione.

(7).  Gropi, seradure e dòne, bisogna torli co le bone.

Con i nodi, le serrature e le donne bisogna aver pazienza.

Situazioni difficoltose necessitano di pazienza nell’essere affrontate.

(8).  Col fòc se prova l’oro, con l’oro la dòna.

Con il fuoco si prova l’oro, con l’oro la donna.
Le donne sono spesso attratte da beni materiali.

(9).  L’amor el fa far salti, la fam ancor pù alti.

L’amore fa fare salti, ma la fame ne fa fare di più alti.

Ci sono cose più importanti dell’amore, come le funzioni vitali.

(10).  Se canta ‘l gal e la galina tut el dì ‘l piovesina.

Quando il gallo e la gallina cantano insieme,

si avrà pioggerella per tutto il giorno.

Ci sono avvisaglie in natura che non falliscono quasi mai.

(11). L’è inutile corer quando i bòi i è fòr da la stala.

È inutile disperarsi quando i buoi sono scappati dalla stalla.

È inutile disperarsi per situazioni che non hanno soluzione.

(12). En do che no canta né gai né galina, la casa la va ‘n rovina.

Dove non canta né gallo né gallina, la casa va in rovina.

Dove non esiste controllo non può esistere ordine.

(13). Quando manca ‘l gat i sorzi i bala.

Quando il gatto non c’è, i topi ballano.

Quando non è presente un padrone spesso

la situazione degenera per mancanza di controllo.

(14). Meti en piocio ‘n la farina che l’crederà de èser deventà ‘n molinar.

Metti un pidocchio nella farina, crederà di essere diventato un mugnaio.

Chi è cresciuto in miseria, quando ne esce spesso diventa superbo.

(15). Chi che ròba poc i và ‘n galera, chi che ròba tant i fa cariera.

Chi ruba poca va in galera, chi ruba molto fa carriera.

Nella vita spesso chi commette grosse malefatte
non paga abbastanza per le sue azioni.

(16). Con gnènt no se fa gnènt.

Con niente non si fa nulla.

La fortuna può far poco se non si possiede nulla.

(17). Al bòsiadro no se ghe crede gnanca quando ‘l dis la verità.

Al bugiardo non si crede nemmeno quando dice la verità.

A furia di dire bugie il bugiardo non verrà mai creduto,
nemmeno quando è sincero.

(18). Chi che grata la rògna dei altri, el renfresca la soa.

Chi dice male degli altri, lo fa per giustificare i suoi difetti.

Spesso l’invidia porta a parlare male degli altri,
fa dimenticare i propri difetti, per giustificarli.

(19). Le brase còerte l’è quele che scota de pù.

La brace coperta è quella che scotta di più.

È sempre opportuno non fidarsi delle apparenze
per giudicare le persone.

(20). La rana usa ‘l paltan; se no la ghe va ancoi, la ghe va doman.

La rana sta nel pantano; se non c’è ancora ci andrà domani.

Chi ha determinati vizi è destinato a ricadere nei suoi difetti.

(21). Fà pecà tant chi roba che ci tegn la scala.

Commette peccato sia chi ruba che chi gli mantiene la scala.

È ladro sia chi ruba che chi lo aiuta.

(22). Da chi te loda ‘n piaza vardete le gambe.

Guardati da chi ti loda in piazza.

Bisognerebbe evitare le facili lusinghe di sconosciuti,
soprattutto se palesate in pubblico.

(23). L’è pù caro en no rabios che ‘n sì dispetos.

È preferibile un no cortese che un sì di malavoglia.

È sempre preferibile ricevere risposte sincere, anche se poco gradite.

(24). Chi g’ha tort ziga più fort.

Chi ha torto urla più forte.

Chi sa di sbagliare non ha altre motivazioni
da addurre che urlare più forte degli altri.

(25). La coscienza l’ei come le gatìzole: che che ghe n’ha e chi no ghe n’ha.

La coscienza è come il solletico: c’è chi ce l’ha e chi non ce l’ha.

Non tutte le persone danno lo stesso peso alla propria coscienza.

(26). Nà man lava l’altra e tute doi i pei.

Una mano lava l’altra, con entrambe si lavano i piedi.

A essere generosi non ci si rimette mai e spesso
si ritrova aiuto dagli altri per essere più forti.

(1).  Quann’e trona in quarghi postu piòe.

Quando tuona in qualche posto piove.

La vita dà sempre degli avvertimenti a ciò che sta per accadere.

(2).  La donna e lu focu vo’ stuzzicati ‘gni pocu.

La donna ed il fuoco vanno stuzzicati.

La donna, come il fuoco, vuole attenzione e stimolo.

(3).  L’acqua fa male, lu vinu fa cantà.

L’acqua fa male ed il vino fa cantare.

A volte qualche strappo alla regola non fa così male come si crede.

(4).  Fra la socera e la nora lu diavulu laora.

Fra la suocera e la nuora il diavolo lavora.

I contrasti tra suocera e nuora sono frequenti.

(5).  Fa quel ch’il prete dice, no’ quel che il prete fa.
Fa quello che il prete dice, non quello che lui fa.
C’è chi predica bene e razzola male.

(6).  Mica emo magnatu pasta e facioli assieme.

Non abbiamo mica mangiato insieme pasta e fagioli.

Non vi è tra noi una tale confidenza come tra chi divide il pasto.

(7).  È come mette ‘l campano ta la troja.

Mettere un prezioso campanello al collo della scrofa.

Sprecare qualcosa di bello per chi non lo merita e non lo comprende.

(8).  C’hai più corna tu che ‘n cistu de lumache.

Hai più corna di un secchio di lumache.

L’infedeltà è una realtà presente nella vita di alcune coppie,
spesso anche perpetrata nel tempo.

(9).  Chi vò vive e stà sanu, dai parenti stia lontanu.
Chi vuole vivere e stare sano, dai parenti stia lontano.
I parenti sono spesso causa di preoccupazioni e litigi.

(10).  La virità viene sempre a galla come l’oju.
La verità viene sempre a galla come l’olio.
È impossibile nascondere la verità.

(11). Si portamo la nostra croce ‘n piazza ognuno arpìa la sua.

Se portassimo le nostre tribolazioni in piazza ognuno riprenderebbe le proprie.

Difficile riuscire a trovare aiuto negli estranei; ognuno ha le sue difficoltà
nella vita e tende a risolvere le proprie.

(12). Chi cade in povertà perde ‘gni amicu.

Chi cade in povertà perde ogni amico.

Nei momenti di difficoltà si resta soli.

(13). Chi è lento pe’ magnà, è lento pe’ faticà.

Chi è lento nel mangiare, è lento per faticare.

Bisogna sempre essere risoluti nelle azioni quotidiane.

(14). Non se caca sotto la neve che non se scopra.

Non si può fare niente di illecito all’evidenza di tutti che non venga scoperto.

È ovvio essere scoperti se si compie qualche azione in maniera palese.

(15). Chi ccià la mojie bella sempre canta e chi ccià

pochi quatrini sempre conta.

Chi ha la moglie bella canta e chi ha pochi denari li conta sempre.
Ognuno gode di quel che ha.

(16). L’avaru è come lu porcu, è bonu quann’è mortu.

L’avaro è come il maiale, è buono quando è morto.

Le persone avare in vita non fanno nessun bene.

(17). Chi c’ha la comodità e nun se ne serve, neanche lu confessore l’assorve.

Chi ha le comodità e non le sfrutta neppure il prete l’assolve da questo peccato.

È un peccato non godere delle cose positive se si hanno.

(18). Chi rubba ccià la robba, chi lavora ccià la gobba.

Chi ruba ha la roba, chi lavora la gobba.

Lavorare duramente non sempre paga.

(19). Chi ‘nce nasce, ‘n cè pasce.

Chi non ci nasce per un lavoro è inutile che insista.

Se non si è fatti in un certo modo, non ci si diventa.

(20). Co’ ‘n occhio impana con quell’altro frigge.

Con un occhio impana con l’altro frigge.

Colui che riesce a stare attento a più cose contemporaneamente.

(21). Mejo ‘n’ovu oggji che ‘na pulla dimane.

Meglio un uovo oggi che una gallina domani.

Meglio accontentarsi di poco e subito anziché
volere grandi cose ma non certe.

(22).  Quanno so’ troppi galli a cantà ‘n sé fa mae ghjorno.
Quando sono troppi galli a cantare non si fa mai giorno.
È difficile prendere una decisione quando ci sono
troppe persone ad esprimere la propria opinione.

(23).  Se stìa mejo aunno se stìa pegghio.

Si stava meglio quando si stava peggio.
Si viveva meglio quando le condizioni
erano meno agevoli del momento attuale.

(24).  È come mette la cravatta a lu porcu.
Come mettere la cravatta al porco.
Sprecare qualcosa di bello per chi
non lo merita e non lo comprende.

(25).  Anghe la prèscia vòle lu tembu sua.
Anche la fretta ha bisogno di tempo.

Il tempo è prezioso anche per la fretta.

(26).  N’ s’arbat’ un chiodo n’ s’arbatte ‘n chiodo.
Non si ribatte un chiodo.

Quando si è immobili in una situazione.

(27).  Cane c’abbaia non mozzica mai.
Cane che abbaia non morde mai.

Chi usa minacciare non fa alcun male.

(28).  È caduto de la padèla ‘n tu la brège.

È caduto dalla padella nella brace.

Passare da una brutta situazione ad una peggiore.

(29).  Niente nova, bona nova.

Niente novità, buona novità.
Meglio che le cose restino immutate
piuttosto che cambino in peggio.

(30).  A casa de’ sonatori se sona male.
A casa dei suonatori si suona male.
È difficile farsi valere in ambienti
altamente competitivi.

(1).  Lait sur vin, c’est venin; vin sur lait c’est souhait.

Il latte bevuto dopo il vino è un veleno; il vino bevuto dopo il latte è salutare.
Le regole alimentari andrebbero sempre rispettate.

(2).  Vat miou un gramo arrendzemen qu’una bouna sentence.

È meglio un accordo sfavorevole di una buona sentenza.

Nella vita esistono compromessi che risultano convenienti da accettare.

(3).  Quan la rosà reste gran ten su l’erba l’est segno de be ten.
Quando la rugiada rimane a lungo sull’erba è segno di bel tempo.
La natura rende sempre dei segni prevedibili del proprio corso.

(4).  Waster neut an Groat wennt neut mascht troa.

Non caricarti di una montagna se non puoi portarla.

È bene non farsi carico di situazioni che non si possono reggere.

(5).  La femme la plus louée est celle dont on ne parle pas.
La donna più lodata è quella di cui non si parla.

La donna più virtuosa non è sulla bocca di tutti,

perché ineccepibile nella condotta.

(6).  Quan le sadzo son venu lon, vindret bie de nei l’iver.

Quando i salici sono cresciuti molto, nevicherà molto in inverno.
La natura rende sempre dei segni prevedibili del proprio corso.

(7).  Travail bien invionnà l’est meitsà travonnà.
Il lavoro ben iniziato è mezzo terminato.

Chi ben comincia è a metà dell’opera.

(8).  Morgen root, Abend Koth.

Rosso di mattina, la sera fango.

Le credenze popolari sui segni della natura
spesso risultano veritiere.

(9).  Un rat vui una borna let un pouro rat.

Il topo con un solo buco è un povero topo.

Nella vita è cosa opportuna ritagliarsi più di una possibilità.

(10).  Il n’y a pas des chiens sans puces, ni de mules sana vices,

ni des femmes sans malices.

Non ci sono cani senza pulci, né mule senza vizi, né donne senza malizie.
Certe caratteristiche sono distintive delle persone e non cambiano.

(11). Beau temps vers Saint Jean Blés et vins abondants.

Bel tempo a San Giovanni Frumento e vini abbondanti.

Se nel giorno di San Giovanni c’è bel tempo, il raccolto sarà abbondante.

(12). Arc-en-ciel du matin, pluie sans fin; arc en ciel du soir, il faut voir.

Arcobaleno al mattino, pioggia senza fine; arcobaleno alla sera,
la pioggia non è così sicura.

La natura rende sempre dei segni prevedibili del proprio corso.

(13). Quan le fromie travérson lo tsemin et fan la procechon,

l’est marca que lo ten tzandze.

Quando le formiche attraversano la strada e fanno la processione,
è segno che il tempo sta per cambiare.

Le credenze popolari sui segni della natura spesso risultano veritiere.

(14). L’oura mouere pà de sei.

Il vento non muore di sete.

Nella vita ci sono conseguenze inevitabili.

(15). Quan in predze di laou, lo laou arreuve.

Quando si parla del lupo, il lupo arriva.

Meglio affrontare il nemico in viso piuttosto che sparlargli alle spalle.

(16). Fére di bien a un vilén i Bondzeu feit onto.

A fare del bene a un villano fa vergogna al Buon Dio.

Spesso i gesti di misericordia sono donati a persone
che non li meriterebbero.

(17). Se feit solei lo dzor de Saint Ors, l’hiver dure incò quarenta dzor.

Se il tempo è bello il giorno di S.Orso, l’inverno dura ancora quaranta giorni.

Se nel giorno di Sant’Orso c’è bel tempo, bisogna aspettarsi ancora
40 giorni di inverno.

(18). Quan le canar querion et soppaton tan le s-ale, segno de plodze.

Quando le anatre “starnazzano” e sbattono a lungo le ali, è segno di pioggia.

Quando le anatre sono agitate, è segno che sentono arrivare la pioggia.

(19). Atcancheil di matin plodze sensa fin.

Arcobaleno al mattino pioggia senza fine.

La natura rende sempre dei segni prevedibili del proprio corso.

(20). Fromage, poire, et pain, repas de vilain.

Formaggio, pera e pane, cibo del “villano”.

Spesso siamo l’immagine delle nostre abitudini di vita.

(21). Sobre à la table, santé durable.

Parco a tavola, salute durevole.

Mangiare in modo corretto aiuta la buona salute.

(22). Jamais rivière ne devient grande sans qu’il y entre de l’eau trouble.

Mai un fiume diventa grande senza che vi entri acqua torbida.

Non si acquisisce potere senza contaminarsi.

(1).  Chi tropo se tira indrio finisse col culo in rio.

Chi si tira troppo indietro finisce col culo a mollo.

Chi evita sempre le situazioni si ritrova con nulla in mano.

(2).  In mancanza de cavai anca i aseni trota.

In mancanza di cavalli trottano anche gli asini.

Nei momenti di necessità si dà fondo ad ogni risorsa.

(3).  Ancuo val più i schei de la virtù.

Oggi valgono più i soldi che la virtù.

Al giorno d’oggi ha più importanza il fattore materiale che quello morale.

(4).  Fate un nome e po’ despoia ciese.

Fatti un nome e poi spoglia pure le chiese.

Se hai una reputazione ti è permessa qualunque cosa.

(5).  A dir la verità basta un coion, ma a dir busie ghe vol un bricon.

A dire la verità basta un coglione, ma a dire le bugie ci vuole un briccone.

È facile dire la verità, ma a mentire bisogna essere astuti.

(6).  A pensar mal, no se fala mai.

A pensare male, non si sbaglia mai.

Nella vita un minimo di circospezione non guasta mai.

(7).  Quando tuti te dise imbriago, va in leto.

Quando tutti ti dicono ubriaco, va a letto.

Bisogna accettare i consigli degli altri, soprattutto quando non si è lucidi per poterlo fare da soli.

(8).  Bisogna aver i oci anca de drio.

Bisogna avere gli occhi anche dietro.

È bene prestare attenzione a tutto.

(9).  No farte mai capir che ti sa tuto.

Non far capire mai che sai tutto.

A volte bisogna tenere per sé i propri segreti e le proprie certezze.

(10).  Tuto va e vien, e gnente se mantien.

Tutto va e viene, e niente rimane.

Ogni cosa cambia.

(11). Corendo drio al piaçere, se si aviçina al dolore.

Correndo dietro al piacere ci si avvicina al dolore.

Per inseguire il piacere si soffre.

(12). Se l’invidia fusse freve, tutto el mondo scotaria.

Se l’invidia fosse una febbre, tutto il mondo scotterebbe.

L’invidia è un sentimento comune a tanti.

(13). Vardete da quei che te loda: o chi i t’ha imbroià o che i sta per imbroiarte.

Guardati da quelli che ti lodano: o ti hanno imbrogliato o stanno per farlo.

È bene non fidarsi di chi usa la lusinga.

(14). Signor fè che no sia beco: se ghe son, fé che no lo sapia:
se,‘l so, fé che no ghe bada.

Signore fate che non sia cornuto: se lo sono, che non lo sappia, se lo so, che non ci badi.

A volte è meglio non sapere cose delle quali ci pentiremmo
di esserne venuti a conoscenza.

(15). Tacai a un ciodo, ma vivi.

Appesi a un chiodo, ma vivi.

Anche se fortemente provati bisogna sempre rendersi conto di essere ancora pronti per continuare a fronteggiare le situazioni difficili.

(16). El segreto de le femene no lo sa nessun, altro che mi è vu e tuto ‘l comun.

Il segreto delle donne non lo sa nessuno eccetto me, voi e tutto il comune.

Le donne sono incapaci di tenere un segreto.

(17). El cafè l’è bon con tre S: sentà scotando e scrocando.

Il caffè è buono con tre S: seduti, scottante e scroccato.

Ognuno ha le proprie abitudini e le proprie preferenze.

(18). Dio te varda da un magnador che no beve.

Dio ti guardi da uno che mangia e non beve.

Bisogna prestare attenzione alle persone che agiscono in modo irregolare o strano.

(19). Fin che ghe xe pan in convento, frati no manca.

Fin che c’è pane in convento, i frati non mancano.

Finchè c’è sostentamento le persone non si spostano dal luogo in cui stanno.

(20). Togno fa la roba, el sior Antonio la gode, e el conte Antonio la magna.

Tonio fa la roba, il signor Antonio la gode e il conte Antonio la mangia.

La vita è una scala sociale che tende verso l’alto.

(21). I popoli se mazza e i re se abraza.

I popoli si ammazzano e i re si abbracciano.

I capi non sempre vogliono il bene dei propri uomini.

(22). No tor mai consegi da zent andada in malora.

Non prender mai consigli da gente fallita.

Chi ha sbagliato per sé non potrà mai darti validi consigli.

(23). Chi va per el mondo tuto vede, e chi sta a casa no lo crede.

Chi va per il mondo tutto vede, e chi resta a casa non lo crede.

Chi fa esperienza delle cose impara a conoscerle, mentre chi si tira sempre indietro non le immaginerà neppure.

(24). Per saver la verità, bisogna sentir do busiari.

Per sapere la verità, bisogna sentire due bugiardi.

Se due verità sono diverse tra loro allora sicuramente tra due persone c’è un bugiardo.

(25). Anca la coscienza fa el calo.

Anche la coscienza fa il callo.

Di fronte a tante azioni malvagie, la coscienza non si scandalizza più.

(26). Chi va drio ai altri, no passa mai avanti.

Chi segue gli altri, non passa mai avanti.

Bisogna essere intraprendenti.

(27). Can non magna mai de can!

Cane non mangia mai cane!

Difficilmente un uomo tende ad essere ostile verso un altro
individuo appartenente alla sua stessa categoria sociale.

(28). Drio ancò ghe xè doman!

Dopo oggi c’è domani!

C’è sempre un’altra possibilità.

(29). Chi non la misura non la dura.

Chi non è misurato nelle sue cose, non dura molto.

Bisogna vivere con equilibrio e parsimonia.

(30). Pitosto che la roba la vansa, crepi la pansa.

Piuttosto che avanzare roba, scoppi la pancia.

Il cibo è sacro e non andrebbe mai sprecato.

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